Padova Urbs Picta, dal 24 luglio 2021 la città patavina è entrata a far parte del patrimonio Unesco con i cicli pittorici del trecento.
Continuano i miei itinerari da turista nella mia città, ricchissima di arte e capolavori.
Oggi ti racconto della visita all’oratorio di San Giorgio in piazza del Santo e alla scoletta e le cappelle trecentesche della basilica di Sant’Antonio.

L’oratorio venne fatto costruire verso la fine del 1300 dal marchese di Soragna, Raimondino Lupi, come cappella sepolcrale di famiglia.
L’edificio è caratterizzato da una sobria facciata a capanna con mattoni a vista ma l’interno è uno spettacolo di colori. Il ciclo di affreschi che avvolge le pareti è opera di Altichiero da Zevio, realizzati tra il 1379 ed il 1384 e commissionati dopo la morte del marchese Raimondino Lupi.
Il soffitto è dipinto con un cielo stellato attraversato da fasce con motivi floreali, dove sono inseriti busti di santi e cinque tondi per fascia con i simboli degli Evangelisti, dei profeti e dei dottori della chiesa.

La struttura architettonica interna è molto simile agli affreschi della cappella degli Scrovegni, uno dei capolavori di Giotto degli inizi del 1300, commissionata da Enrico degli Scrovegni.

Di fianco all’Oratorio di San Giorgio troviamo la Scoletta del Santo, un altro capolavoro di pittura, tra cui le prime opere autonome riconosciute del Tiziano che visse e lavorò a Padova tra il 1510 e il 1511. Al pittore cadorino vennero affidati tre episodi dei Miracoli di sant’Antonio da Padova, il Miracolo del neonato, il Miracolo del piede risanato e il Miracolo del marito geloso, veri e propri capolavori del rinascimento italiano.

Ultime, ma solo in ordine di visita, le cappelle trecentesche della basilica di Sant’Antonio.

Ritroviamo gli affreschi del trecento nella Cappella di S. Giacomo che rappresenta uno straordinario esempio di arte gotica veneziana. Fu realizzata nel 1372 dal capitano dei carraresi Bonifacio dei Lupi di Soragna e fu affrescata da Altichiero da Zevio tra il 1374 e il 1378, forse con interventi di Jacopo d’Avanzo.

Che dire? un vero patrimonio artistico che in molti ci invidiano!
Grazie a Silvia, la nostra guida turistica che ci accompagna in queste visite e alle mie compagne di viaggio, che condividono sempre con entusiasmo queste uscite.
Se hai perso gli articoli precedenti legati ai cicli del trecento di Padova Urbs Picta li trovi qui:
Il palazzo della Ragione, il Battistero, il museo degli Eremitani, la chiesa degli Eremitani
Altri articoli ‘turista nella mia città’ il ‘900 padovano, le donne di Padova, l’ortobotanico, la street art, il roseto di Santa Giustina.

2 pensieri riguardo “Turista nella mia città – l’oratorio di San Giorgio, la scoletta e le cappelle trecentesche del Santo”