Siamo a Padova, all’interno dell’altrettanto famosa piazza del Prato della Valle per la visita alla Basilica di Santa Giustina.
La Basilica di Santa Giustina è la prima testimonianza di cristianesimo, ex area cimiteriale dove trovano sepoltura i primi cristiani perseguitati durante il periodo di Diocleziano.
L’edificio è rinascimentale, del ‘500, con la facciata di mattoni rossi, mai terminata.

La santa a cui è dedicata, che qui è sepolta, è Giustina, di famiglia cristiana.
La tradizione racconta che Giustina decide di trasferirsi in città dalla campagna in cui vive ma viene intercettata dai soldati romani e catturata mente é inginocchiata a pregare a Pontecorvo; la pietra sulla quale è inginocchiata prende e mantiene la forma delle sue ginocchia.
Le porte all’ingresso della chiesa risalgono alla fine del novecento.

Appena entri la chiesa sembra spoglia ma in realtà dopo averla percorsa attentamente ti accorgi che è ricca di decorazioni, sopra ma soprattutto sotto l’altare dove si apre una dimensione pari o addirittura superiore al piano di ingresso. L’ingresso é a croce latina e si presenta diviso da grandi pilastri in tre navate.

Il pavimento della Basilica cambia decorazione in ognuna delle navate ed è uno dei più grandi esempi di struttura Rinascimentale.

Sugli altari si trovano pitture del seicento dedicate ai santi con intarsi di marmo e pietre preziose, tutti diversi tra loro.


Il ricco monastero che in passato ha accolto personaggi illustri e papi è stato soppresso da Napoleone Bonaparte nel 1810 e trasformato in caserma e ospedale militare, successivamente è stato restituito e ricostruito.
Alcune delle opere sottratte alla chiesa sono custodite al museo degli Eremitani.
Rimangono comunque ancora molte testimonianze del periodo precedente all’interno della chiesa, tutte ben conservate e visitabili.

La biblioteca monastica medioevale, con i suoi arredi, i suoi scaffali scolpiti in legno pregiato, le ricche tappezzerie, le raccolte d’arte, incrementate da lasciti e donazioni, e i suoi 80.000 volumi, aveva raggiunto l’apice nel XVIII secolo, ma a seguito di un decreto di Napoleone fu soppressa.
Gli scaffali furono portati nella Sala dei Giganti della Reggia Carrarese, ora Liviano, ma purtroppo furono tanti i libri e i capolavori d’arte dispersi.

Tra le personalità sepolte a Santa Giustina ricordiamo anche Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo, sepolta in Basilica perché oblata benedettina pur non vivendo nel monastero.

E’ possibile visitare il Chiostro del Capitolo, costruito nel XII secolo in stile romanico e il Chiostro Maggiore, chiamato anche Chiostro Dipinto per i molti affreschi che lo decoravano e di cui rimangono le tracce.

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